Letteratura legolandese III (2020 - 2022)

La letteratura almaviviana

Contemporaneamente alla prospera stagione letteraria che stava affrontando l'isola di Legoland, anche sull'isola di Almaviva la corte di Bilivi conosceva un periodo di splendore artistico. Sulla nave da Lospoli, dopo la battaglia d'Apercole, infatti, erano partiti, oltra a soldati, strateghi e funzionari, anche letterati che avevano sostenuto Bilivi durante i periodi della Quarta Guerra e della Contea di Almaviva. Questa vera e propria corrente artistica che era caratterizzata dal continuo elogio di Bilivi, delle sue imprese e delle terre da lui conquistate fu importante in quanto, in seguito allo sbarco del 10 Aprile 2021 sull'isola di Legoland, influenzò tutta la cultura delle zone di Lego City Porto, di LegolandAtlantis e di Shining Hill.

Tra i letterari della corte di Bilivia sicuramente spiccava il figlio maggiore di Bilivi, Glauco, che, avvicinatosi al giornalismo in giovane età a Legoland e dopo qualche tentativo di entrare in politica fallito perchè oscurato dalla grandezza delle gesta del padre, trovava finalmente il suo spazio. Glauco fu autore di una monumentale opera in 6 libri a carattere storiografico ed etnografico (generi che prendevano sempre più piede nella cultura legolandese postbellica che sicuramente ha influenzato Glauco) che descriveva la vita di Flavio, suo padre, dalla prima amministrazione di Edwardland fino allo sbarco sull'isola di Legoland del 2021. L'opera, pur mantenendo un velo di segretezza sulla posizione dell'isola di Almaviva e sulla terra degli Eripifori, presenta lunghe digressioni geoetnografiche sui territori conquistati da Bilivi e sugli usi e i costumi della popolazione degli almaviviani. Inoltre mostra le ragioni di molte gesta di Bilivi, che aiutarono a comprendere maggiormente il personaggio, tramite una lingua che presenta diversi elementi provenienti dall'almaviviano, e che è quindi una testimonianza forte di un novido in cambiamento. L'opera fu pubblicata nel territorio delle Lande dopo la morte di Flavio per accrescere il prestigio della sua figura.

La cultura dopo gli Eripifori

L'arrivo degli Eripifori a Legoland, nel 14 Novembre 2020, sconvolse del tutto l'atmosfera di pace e prosperità creatasi a Legoland dopo la difficile transizione postbellica (si consiglia di leggere "Lo sbarco degli Eripifori" in Storia). Città prima libere furono occupate dalla popolazione straniera, moltissimi cittadini furono uccisi, tra cui anche letterati e artisti, e in pochi giorni la florida Repubblica di Legoland si ridusse a un piccolo territorio intorno a Lego City Train: la Landa Grazia. Si diffuse così un clima di terrore generalizzato, senza la possibilità di scorgere una via d'uscita. Biblioteche, librerie, teatri, sedi di giornali, case editrici, musei e soprattutto l'Università di Legolanda furono distrutti, alcuni solo in parte, altri del tutto. La situazione era di emergenza e le priorità dei cittadini non erano più leggere o scrivere: tutta la letteratura subì, almeno nelle parti nord e ovest di Legoland, un brusco arresto.

Solo Giacomo de Tecno a Lego City Train riuscì a istaurare un ambiente di apparente pace, grazie alla protezione che offriva la formazione Landa Grazia, e lì la cultura non subì la grande crisi che invece colpì le altre zone dell'isola. Naturalmente il panorama artistico si dovette trasformare: il giornalismo divenne il genere preferito, accompagnato dal tratto, da una timida ripresa del romante e da una piccola poesia neo-lirica che da un lato parlava di paura e dall'altro con ferocia si scagliava contro gli Eripifori. I giornali divennero il mezzo principale di diffusione della piccola letteratura di Train, accompagnato da Radio e Televisione e dalla pratica, tornata in vigore, di appendere i testi nelle piazze della città. Non si avevano notizie da Lego City Airport, città che di fatto era pressoché distrutta, e i cittadini di Train, presi dalla paura, furono costretti a ripensare al concetto di stato, e si sentirono improvvisamente estremamente vicini alla legge e alle istituzioni che stavano sopravvivendo alla catastrofe e che stavano continuando a garantire un estremo bagliore di pace: la letteratura di quel tempo riflette questa precaria condizione. Sotto un canto funebre di Fulgido Vertisi ai tanti cittadini delle parti esterne alla Landa Grazia di cui si erano perse le notizie:

 

Un male che scende

sul volto graffiato

di quei che si sono smarriti.

Richiamo.

Disciolgo il mio canto

nel tenue barlume

lontano del tempo che fu.

 

Fulvio Vertisi, "A chi?", 2020, pubblicata

nella raccolta "Cuore mutilo" del 2021

 

La poesia è in senari. Questo tipo di versi, insieme ai novenari (detti "versi imperiali"), si iniziarono a diffondere in questo periodo trovando larghissimo utilizzo, perchè più ritmati e memorizzabili dei settenari e più adatti ai cambiamenti linguistici che stava subendo il novido come la baritonesi, che rendeva molti vocaboli sdruccioli e quindi non adatti ad un ritmo binario come il giambico o il trocaico.

La corte di Bilivi

La situazione cambiò quando Flavio Bilivi sbarcò sulle coste legolandesi per liberare l'isola dagli Eripifori. Dopo che il popolo straniero fu cacciato, infatti, nonostante la paura che questo potesse ritornare e la pesante crisi sociale ed economica che stava colpendo le città, l'atmosfera subì una parziale distensione. Bilivi, l'eroe della nuova Legoland, era elogiato da tutti e visto come il liberatore, colui che avrebbe garantito la prosperità sull'isola, e anche i letterati, che per questo lungo periodo avevano scritto poche esitanti e tetre parole, ripresero in mano la penna pronti a elogiare il nuovo sindaco di Edwardland.

Nacque così, accanto al cauto ritorno di tutti i generi che erano fioriti durante il periodo di pace, un nuovissimo genere: l'epinicio. Questo consisteva in un particolare tipo di poesia con regole molto strette e codificate che mirava a elogiare la vittoria di Bilivi sugli Eripifori, e si diffuse in tutte le zone dello stato, tanto che furono pochi i letterati a poter dire di non aver steso neppure un epinicio nel 2021. Legoland aveva trovato una nuova guida in Bilivi.

Ma come ci rivela la storia, gli eventi che seguirono la liberazione dell'isola portarono alla frattura tra almaviviani e legolandesi che sfociò nella nascita di due stati separati, con capitali Train e Porto.

A Porto, Bilivi fondò una fiorente corte composta da suoi seguaci in cui era promossa l'attività artistica, purché volta a elogiare il condottiero o il suo impero (il dissenso era aspramente represso) e, in questo ambiente, l'epinicio, che aveva conosciuto nei mesi precedenti una fase embrionale, si sviluppò del tutto e conobbe il periodo di massima fioritura. Segue un brevissimo epinicio del 2021 in novenari composto da un anonimo e inserito nel "canone poetico regale" della Landa Perna, un volume che conteneva tutti i carmi migliori dedicati all'impero che venivano periodicamente riletti a corte. Ogni epinicio era composto da una strofe, in cui si lodava Bilivi e il suo operato, un'antistrofe, in cui il poeta si poneva in primo piano e descriveva come lui, la sua città e il suo popolo avevano trovato la salvezza attraverso la figura di Bilivi, e un epodo, una breve sentenza a chiusura del canto che condensava un messaggio moralistico o etico (la netta distinzione dei tre movimenti è opera dei filologi moderni: i carmi nel periodo in cui sono stati scritti non presentavano l'esplicita divisione delle parti).

 

Strofe:

E in mezzo alle mute rovine

un'anima nuova è risorta

divina, discesa dal cielo,

forgiata dal mare profondo

sbarcando sul lido ventoso

in nome della libertà.

 

Antistrofe:

Bilivi, mio oggetto di lode,

il grande e maestoso imperante

ispira quest'umile carme

d'un'anima libera ormai.

 

Epodo:

E lode ti venga da tutti

ché non Eripifori or son.

 

 

Anche dopo la morte di Bilivi, nella corte di Glauco, il genere continuò a essere assiduamente praticato dai poeti di corte, che cantavano le proprie poesie dinanzi all'imperatore, ma anche nelle piazze in raduni organizzati volti ad aumentare il consenso verso il potere. Tuttavia, sotto Glauco, letterato anch'egli già noto per le sue opere storiografiche, altri generi affiancarono l'epinicio che aveva dominato nell'età di Flavio, come il poema di gesta, il tratto, il romanzo e il teatro, che conobbe una splendida fioritura nei numerosissimi spettacoli organizzati ogni giorno all'interno della corte per dilettare i potenti imperatori. Glauco stesso promosse la diversificazione dei generi, essendo egli di mentalità aperta e brillante.

L'eredità di Glauco si sentirà anche nelle fasi successive dell'impero, in cui ormai si stabiliva un clima di apparente pace e in cui i letterati potevano esprimersi pienamente e liberamente (senza opporsi al potere, naturalmente). Durante i regni di Isidoro e Flavio II e anche dopo la pace accordata con Legoland, la grandezza della nuovissima letteratura delle Lande poté competere con l'illustre e consolidato canone letterario legolandese del periodo di pace.

I letterati dell'Impero legolandese

Analizzate le tendenze letterarie basate sull'elogio di Bilivi che si svilupparono dopo la frattura tra almaviviani e legolandesi nell'impero delle Lande, prendiamo ora in esame quelle che caratterizzarono l'impero legolandese.

Dopo l'affievolimento della tensione che si manifestò in seguito allo sbarco di Bilivi, infatti, l'atmosfera mutò nuovamente. Si ritrovò una nuova fiducia nelle istituzioni di Legoland, simile a quella provata verso la Landa Grazia nel periodo degli Eripifori, ma non più dettata dal terrore, quanto dalla speranza. Nacquero forme poetiche di beffa, di invettiva e di "anti-epinicio" che furono definite "giambiche" per il metro utilizzato composto da un alternarsi di una sillaba atona e una tonica (anche la svolta metrica rispetto al novenario dell'Epinicio è significativa: il verso giambico riprendeva la prima poesia delle città del Trio pre-Clizii, considerate l'origine della gloriosa Repubblica di Legoland).

E, inoltre, accanto a queste forme di polemica, nacquero nuove forme di elogio per i governanti legolandesi (dato che l'epinicio era "contaminato" dall'uso che se ne faceva alla corte delle Lande). Estremamente rilevante in questo periodo fu il nuovo genere del "poema di gesta" che raccontava le illustri azioni degli uomini legolandesi collegandosi spesso a idee del filone cliziano, ma riproponendole in modo del tutto nuovo (anche il metro è nuovo, il novenario, per le ragioni già spiegate, e non più il settenario).

Brillanti esiti in tale genere ebbero due poeti di quell'epoca: Trevor de Tecno con "De Tecno. O vero sulla vita dell'illustre Riccardo, presidente delle due Legolande", e Fulvio Vertìsi con "Redenza".

Il primo poema narra della vita di Riccardo de Tecno, della prima entrata in politica a Capo Maggiore, dello sbarco a Traìna, dell'assemblea costituente, della morte del fratello Pompi, dell'elezione a presidente, della follia e infine della morte (la parte della morte non era prevista, ma Riccardo è morto proprio mentre Trevor scriveva gli ultimi versi dell'opera ed è così stata aggiunta), visto dagli occhi di un figlio che ha conosciuto in prima persona la figura del padre. Il poema, estremamente introspettivo e profondo, è un inno alla figura di Riccardo: egli era sempre vissuto all'ombra dell'illustre fratello Pompi, ma nel silenzio aveva sempre agito rettamente servendo lo Stato anche dove suo fratello era venuto meno (si consiglia la lettura della pagina Trevor de Tecno prima di continuare, per comprendere meglio la trama dell'opera e la sua struttura). Grazie a questo poema, la figura di Riccardo, che era stata odiata e criticata in seguito all'invasione degli Eripifori, che non era riuscita a fronteggiare, otteneva il suo meritato riscatto.

Il secondo poema invece, "Redenza" di Fulvio Vertisi (si consiglia la lettura della pagina Fulvio Vertisi prima di continuare), narra in parallelo delle figure di Lorenzo Fabbri e di Giacomo de Tecno, incarnazioni del vecchio e del nuovo Legoland, dal loro esordio in politica fino alla Redenza d'Imperio. Il poema è stato scritto dopo la campagna di liberazione di Airort per, in qualche modo, celebrarla nel suo piccolo successo, facendo luce sulla complessità insita dietro ad azioni politiche del genere attraverso un approfondimento sulla vita dei protagonisti della campagna. Per questo motivo, l'opera si opponeva a tutto un filone letterario sorto proprio nello stesso periodo che, attraverso la neo-lirica, esprimeva il disappunto legato al fallimento della Redenza.

Anche questo poema, come il "De Tecno", non si limita a riportare i semplici avvenimenti storici, nonostante la storia sia proprio il motore della narrrazione, ma scavava dentro la psicologia dei personaggi per comprendere quali meccanismi hanno portato a diverse scelte, tanto politiche quanto personali (la vita privata dei personaggi dei due poemi è largamente approfondita, nel caso di Vertisi sulla base di studi e di letture di biografie che circolavano al tempo, mentre nel caso di Trevor sulla sua personale esperienza di figlio).

Entrambi i poeti, inoltre, offrivano larghi scorci sul glorioso passato democratico di Legoland, sia per legittimare e spiegare le azioni dei protagonisti, sia per riportare alla luce un'epoca di cui tutti erano figli ma che tutti sembravano giorno dopo giorno dimenticare.

Le due opere ottennero grandissimo successo tanto presso i contemporanei quanto presso i posteri, accanto ad altri poemi di gesta altrettanto importanti come il celeberrimo "Erba", un poema sull'evoluzione della figura di Marco Erba fino alla sua nomina di sindaco di una città fantoccio (Arpora Menora) e alla sua uccisione da parte di Saulo I, o quelli di minor successo sulla vita dei politici delle Lande, come l'"Ificle", il "Glauco" e il "Flavio". Accanto al modello del poema di gesta è nata anche una versione del genere parodizzata che ha visto il suo capolavoro nell'"Isidoro", il quale ha superato per numero di stampe persino il "De Tecno".